Arabesco
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Avrei voluto bruciare
come macchia nel deserto
e sentire il sole
riscaldare la mia pelle.
Ascoltare il richiamo del muezzin
dall’alto dei minareti
e confondermi tra i visi ruvidi
della gente.
Pronunciare il mio nome
negli occhi profondi di bambini
rivestiti di polvere e sogni
tra la mia fame e la loro sete
di curiosità viva.
Avrei voluto costruire
una fortezza penetrabile
ricca di labirinti ove
perdermi coscientemente.
Lasciarmi andare alla semplicità
lasciarmi avvolgere dai colori
dalla luce abbagliante.
E riscrivere un amore
in gradevoli arabeschi sensuali
lungo i miei fianchi bianchi.
E il mio ventre
sarebbe stato la sua casa.
23 febbraio 2013
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Arabesco © Paula Becattini
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Come nube
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Vorrei andarmene via
lontano fluire via
senza guardare indietro
come foglia portata dal vento
come nube in cielo
baciata e tinta dal primo sole
e poi carica di emozione
piangere il mio dolore
sui deserti che ho attraversato
sparire, dissolvermi
dai fiori appena sbocciati
e negli occhi scuri
di un beduino che mi ha attesa
come ha atteso la sua sposa
tra i colori della tenda.
Ma poi…
ma poi vorrei tornare
e per sempre rimanere
specchiata nel blu del mare
che in te ho intravisto
fino a quando
un’altra tempesta mi travolgerà
ammaliandomi e facedomi sua
portandomi via con forza.
Ma tornerò…
4 febbraio 2013
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Come nube © Paula Becattini
Non ancora
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Non c’è ancora un equilibrio
– non ora –
che un mattino mi alzo
piena del sole alto e accecante
mentre l’altro è vuoto e silenzioso
del cielo più terso.
Non vi è equilibrio.
Le emozioni forti
mi attanagliano inebriando,
sperando di trovare poi pace,
ma pace non v’è
se il desiderio è vivere adesso.
Non ieri, non domani
– vivere adesso –
l’attimo rubato, quello mancato,
l’attimo negato.
Anche un solo sorriso
apre il cuore e la speranza.
Ma un equilibrio non c’è
– non ancora –
ché ho ripreso a sognare
errante nei miei spazi interiori.
E d’amore voglio morire
come assetata in deserto di miraggi…
12 gennaio 2013
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Non ancora © Paula Becattini
Rapsodi
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Siamo travi contorte
a sostenere soffitti
in quale ksar del deserto.
Contenitori solitari
traboccanti sentimenti
in attesa del saccheggio.
E sporchi di fango rosso,
nudi e bruciati dal sole
ci facciamo toccare
i nodi del dolore…
21 maggio 2012
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Rapsodi © Paula Becattini
Alle porte di Nefta
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Lungo le strade un tintinnio
tra la polvere e il calore.
Come miraggio un silenzio fasullo
che accompagna fin dal deserto.
Voci sommesse nascoste tra le palme
e poi fuggevoli sguardi
tra il divertito e pensieri sconci
che rubano i miei occhi
e le membra e i fianchi
celati dal folle desiderio
di arrivare per poi rimanere.
Seduta sul calesse mi accontento
sorridendo al cocchiere:
grida parole magiche
di cui ricordo solo il vibrare.
(Nefta – Tunisia, 12 agosto 2010)
5 dicembre 2010
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Alle porte di Nefta © Paula Becattini
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Ritmicamente
E se le mie parole non verranno lette
faranno comunque il giro nell’aere
andando e venendo ritmicamente
a te un giorno inaspettate tornando.
Sarà piacevole sorpresa d’inverno
o sotto il sole cocente di un deserto,
a ricordare che bastano poche gocce
per scuotere profumi sepolti,
terre bagnate dall’erbaceo sentore
e speziature maturate nel legno.
Andando e venendo ritmicamente
non potrai ignorarne il senso.
E quando accadrà sarò presente
ma troppo lontana per toccarmi
se non con un tenero sorriso
che accenderà di luce il tuo viso
misto a un lieve retrogusto amaro,
andando e venendo ritmicamente.
Scritta in circostanza di strani eventi
sul giro di basso di (Don’t) give hat a chance
15 aprile 2011
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Ritmicamente © Paula Becattini
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