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Addio

È la bocca, la mia bocca,
quella che si serra in un morso
e del morso assume la forma
e tace, tace ancora una volta.
Si chiudono gli occhi
a trattenere le lacrime calde.
Che tu non possa mai vederle!
sentirle, toccarle con grazia
mentre solcano queste guance.
Un domani spariranno.
Saranno letti di fiumi aridi
come aridi i nostri cuori
mentre io già muoio
e serro la bocca,
la bocca per non urlare dolore.
Che tu non possa mai sentire!
anche quando irta e vogliosa
la pelle mia cercherà la tua
riconoscendola, amandola
e del suo profumo farne casa.
Non ci sarà pace per l’eterno.
Un inferno lontano da te
sebbene la fame e la sete
di momenti meravigliosi
come ero io per te.
E apro la bocca
a esalare l’ultimo respiro:
non sento più il sangue dolce
e il labbro fermo.
Un ultimo bacio, uno ancora.
Oh, amore…
Amore, ti trattengo tra le mie braccia
come la prima volta.
Che tu non possa mai sapere!
quanto ti ho amato.

E quanto ti amerò ancora.

23 marzo 2013

Addio © Paula Becattini


Arabesco

Egitto 2008

Avrei voluto bruciare
come macchia nel deserto
e sentire il sole
riscaldare la mia pelle.
Ascoltare il richiamo del muezzin
dall’alto dei minareti
e confondermi tra i visi ruvidi
della gente.
Pronunciare il mio nome
negli occhi profondi di bambini
rivestiti di polvere e sogni
tra la mia fame e la loro sete
di curiosità viva.
Avrei voluto costruire
una fortezza penetrabile
ricca di labirinti ove
perdermi coscientemente.
Lasciarmi andare alla semplicità
lasciarmi avvolgere dai colori
dalla luce abbagliante.
E riscrivere un amore
in gradevoli arabeschi sensuali
lungo i miei fianchi bianchi.
E il mio ventre
sarebbe stato la sua casa.

23 febbraio 2013

Arabesco © Paula Becattini

Egitto 2008

Egitto 2008

Egitto 2008

Egitto 2008