Padova
L’aria aveva il peso e l’afa
di passi lenti sulle pietre
Il vedermi specchiata su di un muro
– con il senso di vuoto appeso
e il tempo congelato –
poteva essere l’ennesimo schiaffo
Così ho chiuso gli occhi
ascoltando il tramonto graffiare
le crepe degli intonaci e il cuore
nel suo lento avanzare
mentre percepivo la città
osservarmi divertita
e i passanti sfiorarmi
ignari dei miei pensieri
L’esilio è durato un attimo
ma abbastanza per rifugiarmi
nella certezza che presto
sarei tornata a casa
Senza far troppo rumore.
28 aprile 2016
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Padova © Paula Becattini
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Notturno
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Muta la luna nel cielo
nel susseguirsi delle notti;
con lei nuvole d’argento
corrono veloci, chissà dove…
In ogni scandire del tempo
come le prime gocce della pioggia
che con rumore sordo
si sfrangiono nella terra;
come il respiro lieve di chi dorme
e sogna, sogna dolcemente l’amata;
in ogni suo trascorrere – a tratti –
mi fermo e ascolto
e solo così comprendo l’attimo
ancor quando si è fatto tardi
per catturarlo.
Fugge,
fugge lontano da me.
Tenevi la mia mano tra le tue calde
e il tepore non si è dissolto
in questo notturno che t’implora
di tornare e rimanere per sempre.
Ma sei l’attimo.
Il più bello che abbia vissuto
e congelato in eterno dentro me.
15 gennaio 2013
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Notturno © Paula Becattini