Fotografie

Vesta

Tempio di Vesta a Tivoli: basamento

Quando poggiasti le mani calde
su queste fondamenta ruvide
crollarono le fragili mura di un passato
ancora presente.

Liberasti il concatenarsi infinito
in mille stanze di eco infelici
in un gioire spensierato
quasi dimenticato.

E del mio tempio ritrovasti l’animo
per riedificarlo saldo
tra i colori vividi e l’ardore sacro
della nostra meraviglia.

Questo è amore…

20 maggio 2015

 Vesta © Paula Becattini

Una curiosità
Vesta
, nella mitologia romana, era la dea del focolare domestico, venerata in ogni casa.
Il culto di Vesta consisteva principalmente nel mantenere acceso il fuoco sacro: le sacerdotesse legate al suo ordine, quello delle famose vestali, avevano il compito di custodire il fuoco sacro alla dea, acceso all’interno del tempio a lei dedicato, facendo sì che non si spegnesse mai.


In questo tempo

Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze

Senza se e senza mai
torna sempre un tempo di riscoperte.
Si affaccia improvviso come schiaffo
dopo che lentamente
è scorso dall’interno, un grande fiume
meraviglioso nelle sue insenature.

Quanto appagamento
in questo tempo in cui mi immergo.
Ora lento ora veloce, lui mi avvolge
con la delicatezza di una carezza
e la morbidezza di una speranza
che vorrei farne fermo immagine.

Ritrovare la gioia
non è stato mai così reale…

2 maggio 2015

In questo tempo © Paula Becattini


La certezza di una fine

Colazione all'aperto

Anche se la certezza ha una fine
che si specchia nel fondo di una tazzina
vuota di caffè e carezze fin dalle prime ore
non avresti dovuto rovinare tutto
con la rabbia e l’amarezza prepotente
affinché non rimanesse più niente
neanche un sorriso per te.

Ma tra le mura di una stanza
per le strade di una città
nel mondo interno, ovunque nasca:
calpestiamo amore – e felicità –
forse per sentirci forti
forse per non sertirsi soli.
Anche se poi soli lo si rimane davvero.

29 ottobre 2014

La certezza di una fine © Paula Becattini


Ogni nostro difetto

Campagna intorno a Sarteano (Si)

E ci teniamo stretto ogni nostro difetto
come una certezza,
come la parte migliore di noi.

E l’ostinazione, la veemenza,
la possessività, la diffidenza,
l’illusione, la malinconia…

Non sono sicura di voler invecchiare
in solitudine con loro.

21 febbraio 2015

Ogni nostro difetto © Paula Becattini


La fedele amante

Orologio del campanile della Pieve di Cascia (Reggello - Fi)

Il tempo che passa e comunque torna
– ricordando quel che fu come fosse ieri –
ha lo stesso fascino morboso della fedele amante
che sempre è al tuo fianco e comunque t’abbandona
– alle tue gioie, ai tuoi dolori
alle tue vittorie, ai tuoi errori –
osservandoti in lontananza
con quel un sorriso un po’ beffardo
di colei che viene amata e odiata
– un po’ come la vecchiaia
con la sua saggezza e la sua decadenza –
ma certa di averti per sempre…

25 gennaio 2015

La fedele amante © Paula Becattini


God is my Co-Pilot

Hard Rock Cafe - Barcellona

“God is my Co-Pilot” è in realtà il titolo di un bel libro autobiografico (e dell’omonimo film del 1945, intitolato in Italia “Le tigri della Birmania”) nel quale il generale Robert Lee Scott, asso USA nella guerra in China e Burma, narra alcune delle sue avventure aviatorie. Che poi sia stato scelto come nome proprio dalla band queercore di New York, attivi dal 1991, beh… è tutta un’altra storia. La loro musica è definita sperimentale, noise rock, hardrock punk e avant jazz. I testi, espliciti, spesso affrontano la sessualità e di genere. Per me “God is my Co-Pilot” è stata prima di tutto una frase rubata in uno scatto all’Hard Rock Cafe di Barcellona, tanti anni fa. E chissà quali altre storie cela…

24 gennaio 2015

God is my Co-Pilot © Paula Becattini


Come uno scorfano

Scorfano

Immobile sul fondo, con lo sguardo perduto.

30 novembre 2014

Come uno scorfano © Paula Becattini


Rewind

Anemone

Mi prendo un giorno
quando ancora dorme
quando tutto sembra immobile
rubandolo all’oscurità della notte
per plasmarlo fino alle prime ore
facendolo speciale, grandioso
come vorrei in cuor mio
e un po’ mi sento Dio.

Ma lo lascio andare
come si lasciano andare i sogni
e tutto appare sfuocato
fin quando non abbaglia la luce
e sento il pavimento fresco
sotto i piedi nudi
e mi chiedo dove sono
mi chiedo dove sei.

È solo il ricordo di noi
in un susseguirsi di rewind.

19 ottobre 2014

Rewind © Paula Becattini


Una cosa vorrei dirvi

Il mare di Pirano

Una cosa vorrei dirvi.

Siate quello che siete.
Non fingete! Non cambiate!
Mai.
Non ne vale la pena…
Nel bene e, purtroppo, anche nel male.

Che poi
– quando penserete di aver conquistato la vetta –
vi ritroverete nel baratro.

Oppure avrete tutto ma senza essere voi stessi.
E in molti vi ameranno
per quel che non siete veramente.

Ecco, ve l’ho detto…

(la mia mente si tuffa in un mare blu)

18 ottobre 2014

Una cosa vorrei dirvi © Paula Becattini


L’ora blu

L'Arno con sullo sfondo la Chiesa di San Frediano in Cestello

Sarà forse la mancanza a devastarmi
una parte elìsa all’interno
ricercata tra le labbra di altri
che non hanno fremito,
non hanno sospiro, né parola per me.

Lui però mi chiama dolcezza
nella breccia di questa giornata stanca
squarciando il tetto della mia auto:
mentre lei sfreccia verso casa
ben oltre va il mio sguardo.

Così l’orizzonte mi scopre fragile
talmente affamata
da regalarmi il più bel tramonto
e un sogno d’aria fresca tra i capelli
e due mani sui miei fianchi.

Delusione comprendere
che nessuno verrà a prendermi
al mio risveglio
intanto che la vita va avanti
correndo e inciampando dentro me.

Lui però mi chiama dolcezza
senza donare il suo tempo
che scorre ora lento, ora veloce
e non comprendo.

Nel frattempo – per mia gioia –
è venuta a trovarmi l’ora blu.

10 giugno 2014

L’ora blu © Paula Becattini


Tralcio d’amore

Vite

Alba che si elèva
sulle dolci colline aretine,
una lieve brezza s’insinua
tra i filari e le brine.
Nessuno sguardo
coglie le prime gemme
mentre un caldo sospiro
si risveglia flemme.
In bocca ancora ha
il sentore di sottobosco
e la freschezza di un bacio lontano
rubato al chiosco.

Ricordo…

Il rosso rubino del vino
si confondeva con di lei la chioma
ogni volta che alzavo il calice
per rubarle un sorriso e l’aroma.
Tra le sue morbide labbra
arroganti raggi di luce:
parea già piena estate ove
anche uno sguardo seduce.
Ora ne percepisco il velluto
e la linea del fianco morbido
sotto le lenzuola da non osar
sfiorarla col palmo ruvido.

Tu sei il mio tralcio…

Al tramonto che si adagia
sulle dolci colline aretine
una lieve brezza s’insinua
tra i filari e le mie spine;
il ricordo della tua eleganza
e della fu bellezza etrusca
i doni di questa terra
per un momento offusca.
Ma senza te e lei sarei nessuno
che ancor oggi mi sorridi
quando ti offro un bicchiere
del nostro nettar divino.

2 maggio 2014

Tralcio d’amore © Paula Becattini


Ci sono

Due gatti a L'Aquila

In fondo è così…
alla fine di una giornata
dell’ultima pagina
di quella strada dietro la curva
siamo e restiamo soli a riflettere.

Se poi guardiamo al passato
non possiamo che sorriderne
o lasciar nascere un’altra lacrima
di cui solo tu saprai l’esistenza
niente più.

E scivola calda
e muore salata tra le labbra
mentre si apre un altro giorno
un’altra pagina
un’altra strada da percorrere.

Non so dove porti…
In cuor spero tanto là dove
qualcuno mi prenda per mano
e non mi dica “Ti amo”
semplicemente “Ci sono”.

31 maggio 2014

Ci sono @ Paula Becattini