Gelo di cannella
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Il vento dell’inverno le bruciava il viso come usciva di casa; e lei guardava sempre oltre il cancello: vi arrivava a passi veloci, stando comunque attenta a non scivolare.
Poi correva via, lasciandosi alle spalle il vialetto, la casa, sperando che la giornata la portasse lontano, dai pensieri, dai ricordi, dai sogni.
Ma in fondo cosa sono i sogni? Schiaffi gelidi che da tempo evitava, nonostante il gelo.
Fin quando, un mattino, la brina nel suo giardino le rapì lo sguardo: bianca come zucchero sull’erba sofferente, sulle foglie degli ulivi e la pianta di salvia che, imperterrita, si curava da sola.
Era trascorso poco più di un anno e, dondolandosi sui tacchi, fumando aria dai polmoni, ripensò a quella prima volta che non avrebbe dovuto esserci, che non avrebbe dovuto squarciarle l’anima e tirarle fuori le emozioni.
Ma questo accadde, insieme al risveglio dei sensi, al piacere di soffermarsi nello scoprire i profumi, nel percepirne le sfumature, i colori e i sapori. Perché anche i sapori hanno tonalità nascoste…
Ricordò i suoi libri di ricette, che in gioventù aveva consumato con letture avide e mani sporche di frenetica attività, atti a donarle gioia e altrettanta soddisfazione nel distribuirla ai suoi cari con manicaretti su tavole imbandite.
Tra questi uno in particolare, seppur trattasse di dolci, amaro come il fiele; ma lì stava e ogni tanto si faceva aprire come per dire: «Non mi abbandonare».
Avesse almeno nevicato, si sarebbe rinchiusa nel suo guscio, che niente aveva a che fare con le pareti di una stanza in particolare.
Aveva tutto per preparare un delizioso gelo, tranne la cannella…
Ma aveva dimenticato, cancellato, perso l’usanza di curare la dispensa.
Di spezie è condita la vita: senza si muore lentamente, nell’insipidità ci si ingrigisce.
Così finalmente rialzò lo sguardo.
Un cancello; è solo uno stupido cancello. E tornò indietro.
Rientrando in casa si disse: «Oggi ho voglia di cucinare…»
29 gennaio 2013
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Gelo di cannella © Paula Becattini
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La ricetta
GELO DI CANNELLA AI PISTACCHI
Ingredienti:
200 g di stecche di cannella, 700 g di zucchero, 200 g di amido, 20 g di pistacchi, 2 litri di acqua.
Lasciate a macerare per una notte, nell’acqua, le stecche di cannella e successivamente fate bollire il tutto, e lasciate poi riposare per circa un giorno.
Rimettete sul fuoco, aggiungendo l’amido e lo zucchero, sempre mescolando, finché non si addensa.
Lasciate raffreddare e spolverate con i pistacchi tritati.
Soledad
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Rivestita di un’idea
lievitata come pasta
al tiepido risposta
e di nuovo amalgamata
continuamente senza sosta
poi un dito sopra ci poso
e il tutto si sgonfia.
Ah, mio amore!
Mio dolore…
Sono solitudine
in tutte le ore
e durante il giorno.
La notte dormo
se sogno non sono io
che di sogni non più mi cibo
inseguendo note
che di te hanno il profumo
e di grave la pienezza.
Mio amore…
26 ottobre 2012
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Soledad © Paula Becattini
Vivo il presente
Tu
Empio
Moto
Perpetuo
Usasti
Sogni
Finché
Ultima
Gioia
Invano
Trattenni
Così
Ancora
Ricucio
Passioni
Eliminando
Dolori
Ibernando
Emozioni
Meravigliose…
…quam minimum credula postero.
28 febbraio 2009
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Vivo il presente © Paula Becattini
Venere
Sono venere di marmo
scolpita per sbaglio
dalle proporzioni sinuose
e mammelle generose.
Sono venere preziosa
che guarda perduta
– oltre un pensiero, un’idea –
in un mistero racchiusa.
Prigioniera della mente
in sogni e peregrinazioni
pochi i sentimenti palpabili
inconsistenti come polvere.
Sono venere senza libido…
Chi mi dona una lacrima?
Oppure un sorriso?
13 maggio 2010
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Venere © Paula Becattini
Non importa
Non importa
se mi lascerai
per poi riprendermi
come hai sempre fatto,
ché spesso mi rivedo
sull’altalena
felice andare e venire
tagliando l’aria
osservando il cielo
cercando di sfiorare
le verdi foglie
accarezzate dal vento
ciondolando i piedi
inarcando la schiena
con i capelli sciolti
sulle spalle riscaldate
da un tiepido sole.
Non importa
se mi lascerai
per poi riprendermi,
ché il dondolare
sulla mia altalena
gorgogliando risa
e imitando il volo
ascoltando
l’anima silenziosa
e le emozioni
custodite
mi rincuora
rivivendo
i sogni e i desideri
di una giovinezza
mai spenta.
Non importa
se mi lascerai,
ché io son qui
bambina sull’altalena
a solleticare la vita
con la consapevolezza
ormai adulta
che non esiste
la perfezione
e così altalenando
resto ferma
nei miei sentimenti
sorridendo
e con un po’ di paura
del salto che farò
per ritornare.
11 febbraio 2009
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Non importa © Paula Becattini
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