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Tante storie in una storia

Lapis usato

Stamattina ho letto un interessante post di Luca Rota, “Il metodo Kilgore Trout, o come scrivere una sola storia scrivendone nel contempo tante…“.
Lì per lì non ci ho capito molto: forse perchè ancora mezza insonnolita (ma non troppo); forse perché un po’ appesantita dalla cena della sera prima (dopo gli allenamenti di tennistavolo ho una fame da scaricatore di porto e, inoltre, un bicchiere di vino non me lo nego).
Poi l’ho riletto attentamente.
Sono ore e ore che rimugino. Cosa?
Che da anni cerco il mio Kilgore Trout!!!

“Ogni scrittore dovrebbe inventare un metodo, un Kilgore Trout, che gli consenta di dare in qualche modo forma letteraria ai capolavori che non riesce a scrivere. Potrebbe essere un toccasana.”

Mi rendo conto di avere dei forti limiti in fatto di scrittura.
Una mia poesia è immediatezza allo stato puro, ispirazione ed emozioni fusi e subito gettati fuori dall’interno, riversati su di un foglio.
Quasi sempre riesco a soddisfare questa mia impellente esigenza di “espulsione” e di “concretizzazione in versi”.
Quando non mi è possibile farlo subito, cerco faticosamente di trattenere tutto dentro fino al possibile momento del parto: a volte ci riesco, a volte no.
Questo per quanto riguarda la poesia, ma per tutto il resto?
Ho una mente sempre attiva, nonostante il mio volere, ed è certo un bene.
La fantasia non mi abbandona (per fortuna!), altrimenti sarei poco creativa anche nel lavoro e non sarebbe conveniente.
Le idee non mancano, i progetti pure, anche editoriali; durante il giorno, in quel che per molti è noiosa quotidianità, anche i piccoli fatti riescono ad accendermi, producendo spunti per aforismi, racconti, romanzi…
Dovrei viaggiare con un taccuino in tasca (ce l’ho: regalo graditissimo e gelosamente custodito) e un lapis (anche questi non mi mancano: ne posseggo di tutti i tipi), perché ho riscoperto da poco il piacere graffiante della grafite sulla carta.
Annotare tutto, con quella stessa immediatezza che uso per la poesia; intrappolare le idee tra le pagine.
Facile a dirsi. E poi?
E poi mi incaglio in quello scoglio che da sempre m’impedisce di mettere in pratica e portare a termine l’opera: la mancanza di organizzazione!
Sì, perché nel lavoro, in casa, nello sport, riesco a organizzarmi e direi discretamente; ma quando si tratta di scrivere un breve o lungo romanzo mi trasformo: divento un’inetta, traccheggio, inizio e poi mollo.
C’è sicuramente una tecnica, una scuola, un metodo da seguire…
Però quanto mi farebbe comodo un Kilgore Trout tutto per me!!!
Tempo fa ho cercato pure un “compagno di penna”: in due credo ci si diverta di più e la mente si “espande”.
Un amico con il quale condividere la passione della scrittura e poter realizzare così insieme un “best seller”.
Cercavo un lui per compensare il mio lato femminile ben distinto e presente.
Ma anche in questo frangente – come nell’amore – se non c’è feeling tutto svanisce, come una bolla di sapone.
In solitario compongo le mie poesie, restando comunque un animalino da compagnia.
In fondo la vita è una storia fatta di tante storie: che sia un alter ego oppure no, incontrerò prima o poi il mio Kilgore Trout.
O no?

1 maggio 2013

Tante storia in una storia © Paula Becattini


Rosso passione

Moto in fila specchiate sul retro di un fanale

Oggi pomeriggio – un giorno di pseudo primavera, con un cielo azzurro ma non limpido e un sole caldo ma non bruciante – mentre mi immetto sulla Strada Provinciale 6 Lucchese-Romana, di ritorno da Altopascio verso casa, mi supera lentamente a destra una Yamaha Sport.
Nell’incrociarmi il centuaro alla guida getta un’occhiata verso di me.
“Che ho fatto?” penso. Niente: ero ferma allo stop.
Me lo ritrovo davanti, perché lui rallenta, anche se c’è tempo e strada prima di arrivare al semaforo. E noto: scala le marce progressivamente, con calcolo.
Cosicché lo supero e al rosso mi affianca.
Non mi guarda. Sono io che nell’attesa studio la moto e mi dico: appollaiata là dietro ci saprei stare.
Improvvisamente incrocio due occhi.
Non ricordo il colore, solo le rughe accentuate dal casco integrale che serra le tempie.
Avrà più di me, mi dico…
Fatto sta, passo ad osservare anche i guanti, il giubbotto: tutto in rosso come la moto.
Si accende il verde e riparto. Lui tranquillo.
In via San Jacopo mi supera, ma non scatta.
E vai! Che aspetti?!?
In quel momento avrei voluto pigiare io il suo accelleratore; allora premo il mio e tiro un poco la Opel Corsa gpl, che tutto ha tranne l’essere sportiva.
Vado.
Che bella giornata… da invogliare a togliermi di dosso il cappotto, uscire dalla macchina, prendere un casco e salire sopra quella benedetta moto nonostante la gonna stretta. Dare una pacca al fianco di quel principe rosso e gridargli “Mangiati la strada!”, non prima di essermi spalmata sulla sua schiena con le mani appoggiate al serbatoio.
Invece no.
Osservo la moto dallo specchietto retrovisore: sembra che mi segua.
Arrivo in prossimità del casello autostradale e faccio una finta: solo poco prima di girare metto la freccia a sinistra e il motociclista prosegue dritto.
Stupore! Con il braccio fa “Cavolo”, rallenta ulteriormente e si gira per guardarmi.
Allora io, quasi ferma nella corsia d’immissione, spontaneamente lo saluto con la mano agitandola e lui contraccambia.
Eh, non potevo fargli il saluto con il piede…
Mi piace tuttora pensare che ha intravisto in me una probabile “zavorra”.

Quanto mi manca andare in motocicletta e il senso di libertà che dona!

16 marzo 2013

Rosso passione © Paula Becattini


E ricomincio con uno stufato!

IV Palio dello Stufato, edizione 2013 (San Giovanni Valdarno, Arezzo)

Prima o poi dovevo decidermi a superare lo scoglio!
Allora, perché no?
Questo mi sembra l’anno decisivo: o la va o la spacca, in tutti i sensi e in tutte le direzioni.
Così mi sono buttata a capofitto, ricominciando con uno stufato.
O meglio: ricominciando a fare servizio come sommelier e precisamente alla IV edizione del Palio dello Stufato organizzato dall’Amministrazione Comunale di San Giovanni Valdarno – tenutosi oggi presso i saloni della Basilica di Santa Maria delle Grazie –; concorso che in questa edizione ha premiato “La migliore realizzazione dello Stufato alla Sangiovannese nella gastronomia familiare”.
Ma non è tutto: domani inizierò il terzo livello del corso di Sommelier AIS presso la Delegazione di Arezzo.
Vediamo di “chiudere questo cerchio” e di abbattere certe insicurezze.
E soprattutto vediamo di studiare, eh!
Auguratemi in bocca al lupo…

17 febbraio 2013

E ricomincio con uno stufato © Paula Becattini

Un curiosità
Lo stufato alla Sangiovannese si prepara tradizionalmente nel periodo di carnevale a San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo.
Le spezie sono la peculiarità di questa preparazione, infatti la miscela si può acquistare solo in una drogheria del paese che custodisce il segreto della ricetta da moltissimi anni.
Qui di seguito vi propongo la ricetta descritta in poesia.
(altro…)


Tempo di ringraziamenti: “Very Inspiring Blogger Award”

Un bacio

È tempo di ringraziamenti, ma da molto tempo!
In queste cose non sono un fulmine ed è inutile nascondersi dietro un dito: mi devo sdebitare con molti amici di penna e di blog!
Incominciamo da quest’ultimo.
In ordine sparso, ringrazio di cuore e con sincera stima:

Very Inspiring Blogger AwardOgnuno di loro, nel tempo, mi ha conferito un premio.
Ciò mi ha onorata e dato coraggio a continuare a tenere in vita questo blog, che non ha molti lettori, ma questi pochi mi hanno supportata (per non scrivere “sopportata”) soprattutto nei momenti più difficili… insieme alla mia poesia.
Qui riporterò solo un premio, quello conferitomi da Iwona: non se ne abbiano a male gli altri!
Mea culpa, mea culpa, mea culpa!

Le regole
1. Copia e inserisci il premio in un post
2. Ringrazia la persona che te l’ha assegnato e crea un link al suo blog
3. Racconta 7 cose di te
4. Nomina 15 blog a cui vuoi assegnare il premio e avvisali postando un commento nella loro bacheca

Sette cose su di me
1. Sono e rimarrò sempre un’inguaribile romantica e credo ancora nell’amore, nonostante tribolazioni varie.
2. Adoro cucinare, mangiare e bere bene: non nascondo che ritengo le pietanze e il vino una inesorabile fonte d’ispirazione ed erotismo.
3. Lo avrete sicuramente notato: per me scrivere poesie non è solo una passione. Sono io!
4. Non mi sono mai tinta i capelli e rinnego la chirurgia estetica per cercare di arrivare all’eterna giovinezza: o si è giovani dentro o niente!
5. Ho una bambina adorabile, la mia vera gioia, ma mi sarebbe piaciuto tanto avere un altro figlio…
6. Da grande volevo fare l’etologa e i miei idoli erano Konrad Lorenz e Manilo Mainardi (tra l’altro bravo disegnatore!). Per ora mi accontento – da autodidatta – di studiare il comportamento umano; ogni tanto con qualche rimpianto, che in certi comportamenti sono di gran lunga più lineari gli animali.
7. Dopo aver praticato spinning, nuoto, balli da sala e tango argentino, da un anno e mezzo mi dedico al tennistavolo, anche a livello agonistico, con grande soddisfazione. È divertentissimo e mi sta aiutando a tirare fuori la tigre che è in me… GGRRRRR! :)

Nomine
Ecco il difficile! Difficile scegliere… quindici sono tanti, ma sempre pochi!
E quindi:

Singloids
Trasferelli

Il mondo intorno
Al peggio non c’è mai fine
La topina della Valle Argentina
Luca Rota Images
Amo il web, non ricambiato
Via Piodecimo 9
Prendi la luna
Mi interessa!
Troppi colori per accontentarsi
Due Torri e Nuraghi
Briciolanellatte Weblog
Masticone
The notebook of happiness

Ma vorrei segnalare, perché se lo meritano come gli altri, anche:

Il mio giornale di bordo
Annitapoz’s Weblog
Italia, io ci sono.
Amù
Libereditor’s Blog
Arthur
Lisboantigua

E poi a tutti quelli che seguo e mi seguono: grazie!

2 febbraio 2013

Tempo di ringraziamenti © Paula Becattini


Sto bene, sto bene

Ci sono canzoni di cui l’anima si ciba
nella tristezza di una sera solitaria.
E poesie che si trasformano in canzoni,
nutrimento per il corpo, la testa
ed un cuore in disuso.
Di blu si tinge il mondo
in un freddo schermo tra me e te assente
mentre una voce roca tristemente canta
“I’m feeling good”…

16 dicembre 2012

“Gli uccelli volano in alto
sai come mi sento
il sole è nel cielo
sai come mi sento
le canne sono trasportate dalla corrente
sai come mi sento
è una nuova alba
è un nuovo giorno
è una nuova vita per me
e sto bene

Come un pesce nel mare
sai come mi sento
un fiume che scorre libero
sai come mi sento
come i fiori sugli alberi
sai come mi sento
è una nuova alba
è un nuovo giorno
è una nuova vita per me
e sto bene

Una libellula fuori al sole
sai cosa intendo
delle farfalle che si divertono
sai cosa intendo
dormire in pace
quando il giorno è terminato
è un vecchio mondo
è un nuovo mondo
è un mondo impudente per me

Come le stelle quando risplendi
sai come mi sento
ho detto che starò bene
sai come mi sento
la libertà è mia
e so come mi sento

È una nuova alba
è un nuovo giorno
è una nuova vita per me
e sto bene, sto bene”.

Sto bene, sto bene © Paula Becattini


La vita è una fregatura

Auto in sogno

«La vita è una fregatura…»

Questa la confessione che mi ha fatto ieri una signora ultrasessantenne.
Come dargli torto in un periodo difficile come questo?
Dove arrabattarsi è all’ordine del giorno, nel cercare di sopravvivere dignitosamente per la maggior parte di noi.
E ancora il peggio deve arrivare…
Ci sto riflettendo da ieri.
E se la vita fosse solo un sogno?
Allora vorrei che fosse un bel sogno.
Così la sera, prima di addormentarmi, provo a dirmi: «Stanotte niente incubi, solo sogni piacevoli, profumati: domani sarà un bel giorno».
Come mi ha insegnato la mia mamma.
Almeno riposo.

5 dicembre 2012

La vita è una fregatura © Paula Becattini


Se l’amore

E se l’amore
avesse sempre gli stessi colori
i respiri regolari, i tocchi gelidi
E se avesse
poche parole per raccontarsi
come le pagine di un diario strappato
Se l’amore
non ce la facesse a cullarsi
nelle notti serene di una camera da letto
E se fuggisse impaurito e ferito
segnato di lacrime silenziose
reclamando dolcezza
Se l’amore fosse tutto questo
non sarei più io
Se l’amore fosse tutto questo
non lo lascerei morire
nel lento disgregarsi di un qualcosa
che non merita l’esser dimenticato
chè pur ha donato felicità.
E poesia.

Lo librerei…

10 luglio 2012

Se l’amore © Paula Becattini


Lettera di una madre alla figlia

Occhi di bimba

Amore mio, forse un giorno leggerai queste poche righe sullo schermo freddo di un palmare, così per caso, dopo l’aver girellato svogliatamente su qualche motore di ricerca.
Oppure, queste parole, ti giungeranno dalle pagine di un vecchio diario posto in un cassetto, nella speranza che tu le trova con vivido stupore.
E tutto ciò solo per dirti che mai ho voluto il tuo male.
Se mai te ne ho fatto – involontariamente – è stato un grave errore, il più grave che potessi fare nella vita.
Ma chi non sbaglia, tesoro mio?
Sapessi quanti sogni ho rincorso, quanti ancora ne ho da liberare riposti in fondo al cuore; quante strade ho preso che hanno portato al niente; quante solo dolore, fatica e tormento.
Ma il tutto per amore.
Tu, figlia mia, non sei stato un sogno, perché fino a poco prima del tuo concepimento non ti cercavo.
Difficile ammetterlo… eppure, dal momento in cui ti ho percepita nel mio ventre che ancora non eri un battito, ho provato immenso amore.
L’amore immenso che mai tradirà la nostra unione.
Basta un tuo sorriso a darmi sollievo; un tuo abbraccio spontaneo a darmi la forza per continuare a lottare; per credere che la vita non finisce a quarant’anni; che ancora avrò la possibilità di risollevarmi, per donarti tutto ciò che di bello esiste al mondo fin quando la gioventù ti permetterà di guardarlo con occhi puri. E insegnarti ad amare la vita, in modo che tu possa trasmetterlo ai tuoi figli.
Lotterò fino alla fine per darti il meglio.
Per far ciò è necessario mettersi in discussione e, a volte, ripartire da zero. Ma io lo so: sarai sempre al mio fianco, a rincuorarmi con i tuoi dolci occhioni.
Amore mio, forse un giorno leggerai queste poche righe sullo schermo freddo di un palmare, così per caso.
Oppure non sarai tu, ma una figlia di chissà quale madre, che come te l’ha amata immensamente.
TiVoglioBene…

9 maggio 2012

Lettera di una madre alla figlia © Paula Becattini


E quando li trovi nella lista dei vini…

Quel che stupisce non è il refuso nella parola chianti: capita di frequente, quando si scrive velocemente sulla atstiera, d’invertire due letetre.
Ma questa lista è uno spasso!
E così ieri sera, nel scegliere il vino da abbinare alle pietanze ordinate, è stato veramente difficile non ridere e nascondersi mentre scattavo le foto con il cellulare.
Allora, abbiamo un Savignon, preceduto prima da un esilerante Wüller Thurgau (secondo me è tutta colpa della “ü”).
Siamo ancora in inverno, quindi un Fontana fredda ci sta…
Ma leggete bene!
Il Vermettino è da provare. Questo nome esalta l’acidità tipica: fa stringere la bocca solo a pronunciarlo.
Ce ne sono altri?
Vediamo chi li scova…

11 marzo 2012

E quando li trovi nella lista dei vini… © Paula Becattini


Il mistero dei panni sporchi appallottolati

Business*

Una camicia, un pantalone e una felpa appallottolati nel cesto dei panni sporchi mi provocano sempre una sincope.
Ma poi mi riprendo: nel ripiegarli constato che il cesto è pieno a metà e quindi non devo fare l’ennesima lavatrice!
In famiglia ancora non hanno capito che sono molto sensibile…

24 novembre 2011

*

Il mistero dei panni sporchi appallottolati © Paula Becattini


L’inizio

Ho sempre invidiato coloro che, con pazienza e costanza, riescono a tenere un diario…
Scrivere i propri pensieri su un foglio bianco non è semplice – ormai non conto più i tentativi fatti e poco dopo abbandonati –, ma è una tentazione troppo forte.
Ricordo i miei diari scolastici strapieni di anedotti, poesie, ritagli di giornali e fotografie: non mancava giorno in cui, a parte i compiti segnati, riportassi in parole su quelle pagine il mio stato d’animo, le mie preoccupazioni, i miei primi amori.
Dopo si cambia, si dimentica, fino a quando non senti la necessità di lasciarti andare di fronte a carta e penna o a una macchina da scrivere, un computer…
Scrivere per continuare a ricordare.
Scrivere per esistere.

20 aprile 1997

*

L’inizio © Paula Becattini