Baladin: passion dans la bouche
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Passion dans la bouche …
Notes d’agrumes
et notes pétillantes ils ont enlevé les mes sens.
Une musique ancienne était suspendu à ses lèvres
alors que mes lèvres sèches
ils ont volé des expériences de vie
et rondeur et d’épices de poivre.
Oh, revenir à moi
et chante plus d’histoires!
Mon Baladin …
Passione in bocca…
Sentori agrumati
e frizzanti note rapirono i miei sensi.
Una musica antica pendeva dalle sue labbra
mentre le mie assetate
rubavano esperienze di vita
e del pepe una rotondità pungente.
Oh, torna da me
e cantami altre storie!
Mio Baladin…
10 maggio 2013
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Baladin: passion dans la bouche © Paula Becattini
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Baladin è una parola francese (si pronuncia baladen) che significa “commediante ambulante”.
Caduta in disuso, tranne che nella forma letteraria, dà il nome anche al birrificio artigianale che regala tante esplosioni di emozioni in bocca e all’olfatto.
Chapeau a Teo Musso!
Grazie…
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Birre degustate abbinate a grissini e Napolitains Wayan, Super e Fondenti
9 maggio 2013 – Villa Severi (Arezzo)
- Mama Kriek (birra speciale, kriek)
- Wayan (birra speziata, stagionale)
- Nazionale (birra luppolata, italianissima)
- Open (birra luppolata, APA)
- Elixir (birra puro malto, demi-sec)
- Xyauyù barrel (birra da meditazione, ossidata, maturata in botti di rovere che hanno ospitato grandi rum)
E ricomincio con uno stufato!
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Prima o poi dovevo decidermi a superare lo scoglio!
Allora, perché no?
Questo mi sembra l’anno decisivo: o la va o la spacca, in tutti i sensi e in tutte le direzioni.
Così mi sono buttata a capofitto, ricominciando con uno stufato.
O meglio: ricominciando a fare servizio come sommelier e precisamente alla IV edizione del Palio dello Stufato organizzato dall’Amministrazione Comunale di San Giovanni Valdarno – tenutosi oggi presso i saloni della Basilica di Santa Maria delle Grazie –; concorso che in questa edizione ha premiato “La migliore realizzazione dello Stufato alla Sangiovannese nella gastronomia familiare”.
Ma non è tutto: domani inizierò il terzo livello del corso di Sommelier AIS presso la Delegazione di Arezzo.
Vediamo di “chiudere questo cerchio” e di abbattere certe insicurezze.
E soprattutto vediamo di studiare, eh!
Auguratemi in bocca al lupo…
17 febbraio 2013
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E ricomincio con uno stufato © Paula Becattini
Un curiosità
Lo stufato alla Sangiovannese si prepara tradizionalmente nel periodo di carnevale a San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo.
Le spezie sono la peculiarità di questa preparazione, infatti la miscela si può acquistare solo in una drogheria del paese che custodisce il segreto della ricetta da moltissimi anni.
Qui di seguito vi propongo la ricetta descritta in poesia.
(altro…)
Vini dell’altro mondo!
Eh, sì… anche il corso di II livello Sommelier AIS presso la Delegazione di Firenze è giunto al termine.
Lunedì 12 dicembre si terrà l’ultimo incontro: un ripasso generale, l’autoverifica e poi via! Sotto a studiare perché dal III livello all’esame il passo è breve!
Sono ben settantaquattro le DOCG in Italia (da imparare a memoria!); trecentotrentotto le DOC (sempre che i dati in mio possesso siano esatti).
Ma quante sono le AOC francesi?
E quelle nel resto del mondo?!?
Una cosa è certa: dalla Francia in poi il “giorno dopo” è sempre stato devastante.
E non credo a causa delle troppe informazioni fagocitate in due ore.
Vini corretti, non c’è che dire, da quelli di Bordeaux al Cile; alcuni entusiasmanti, altri troppo perfetti.
Ma che mal di testa!
A livello comunitario vi è una legge che stabilisce il contenuto massimo di solfiti ammessi per categoria di vino.
Il regolamento 606/2009 ha apportato lievi riduzioni a riguardo rispetto al precedente, ma veramente lievi.
Molti infatti sono rimasti invariati.
Vini bianchi tipo Spätlese e altri (Bordeaux supérieur, Rioja, ecc.): livello massimo 300 mg/l.
Vini bianchi tipo Auslese: 350 mg/l.
Vini bianchi tipo Beerenauslese, Trockenbeerenauslese, Eiswein, Sauternes, ecc. possono addirittura arrivare fino a 400 mg/l.
Viene il mal di testa solo a leggere!
10 dicembre 2011
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Vini dell’altro mondo! © Paula Becattini
L’AIS alla Corte Pavone di Montalcino
L’appuntamento per noi della Delegazione Firenze era fissato alle 8,00 all’uscita “Certosa” della A1 per poi proseguire per il raccordo autostradale Siena-Firenze.
Ma abitando a Reggello ho preferito avviarmi in solitario, percorrendo l’autostrada del Sole fino all’uscita “Valdichiana-Bettolle” e attraversare le colline della Val d’Orcia toccando Trequanda e San Giovanni d’Asso.
Inutile dire che, nonostante alla guida, mi sono riempita gli occhi e l’animo di bellezze dalle tonalità del grano, dalla morbidezza del velluto e da un cielo azzurrissimo picchiettato qua e là da qualche nuvola bianca (rompendo così la monotonia) che tipicamente segnano questo territorio a metà giugno.
Arrivata con largo anticipo e meravigliandomi della splendida posizione che gode l’azienda Loacker Corte Pavone a Montalcino, ho avuto modo di ambientarmi ed essere accolta calorosamente dalla signora Telsche Peters, preziosa figura che cura le public relation in azienda.
Il gruppo guidato da Massimo Castellani e accompagnato da Leonardo Bartolommei della Delegazione Siena arriva, la visita finalmente parte in un clima rilassato e gioioso al tempo stesso.
Quando si dice Loacker immancabilmente il pensiero corre ai wafer o frou frou (frufrù) come diciamo a Firenze, forse a causa del tipico rumore che fa quando viene morso…
(altro…)
La Val di Cornia a Firenze: concludendo
Si è concluso ieri sera l’evento organizzato dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) dedicato ai vini della Val di Cornia, tenutosi presso l’AC Firenze Hotel. L’affluenza è stata veramente tanta e costante dalle ore 15 fino alle 20 di sera.
Sedici le aziende presenti e tutte interessanti: Banti, Bulichella, Casadei, La Fralluca, Giomi-Zannoni, Gualdo del Re, Incontri, Macchion dei Lupi, Petra, Rigoli, Rubbia al colle-Muratori, San Giusto, Sant’Agnese, Sasso Orlando, Terradonnà e TuttiSanti.
Curiosità & Consigli (ma molto personali…)
Per una come me, che si affaccia ora in questo vasto mondo del vino con un approccio più serioso e didattico rispetto al passato, non mancano certe “novità”.
Una di queste è il Barricoccio® ideato dalla Tenuta di Rubbia al Colle a Suvereto, nel quale è stato affinato il Rumpotino (annata 2004), Sangiovese Doc.
Si tratta di un contenitore in terracotta della stessa forma e dimensione di una barrique di legno, rifacendosi alle giare d’argilla degli Etruschi e dei Romani considerate il materiale più idoneo alla conservazione del vino.
La scelta di affinare il vino nel Barricoccio® pare sia esclusivamente per una questione tecnica: totale assenza di scambio vino/ossigeno a causa delle pareti vetrificate e impermeabili e nessuna cessione di tannini da parte del legno della barrique.
Il risultato: un vino più fresco, dal gusto autentico, non legnato, più giovane e salubre per la minore presenza di solforosa.
Lascio a voi il piacere di ricercare il Rumpotino e degustarlo; poi magari, se interessati, sono aperta a un confronto, in quanto qualche dubbio in bocca me lo ha lasciato, ma… De gustibus non disputandum est!
Ho trovato interessante l’Ildobrandino, Vermentino in purezza, dell’Azienda Agricola Incontri di Suvereto. Questa piccola azienda biologica ottiene i vini con fermentazione naturale, affinandoli in contenitori di acciaio, di cemento vetrificato o anche barrique di legni vari. Il loro sogno è quello di “creare un vero organismo agricolo dove tutto è in armonia ed equilibrio, dove ogni essere vivente sia vegetale che animale è a proprio agio, un’agricoltura naturalmente sostenibile”. E noi ce lo auguriamo!
Altra azienda che mi ha trasmesso la propria passione per la viticoltura tramite il giovane Giovanni è l’Azienda Agricola Sangiusto sita in Loc. Salivoli (Piombino). Il suo Igt Toscana Vermentino viene ottenuto con metà del vino la cui fermentazione malolattica avviene in barrique e successivo affinamento in barrique di rovere.
Due parole sulla Val di Cornia
La Val di Cornia si estende tra la Meremma Livornese e la Maremma Grossetana. Include il territorio comunale di Piombino e di San Vincenzo lungo la fascia Costiera e i comuni di Campiglia Marittina, Suvereto, Sassetta, Monteverdi Marittimo nell’entroterra.
Il clima della Val di Cornia è particolarmente mite nelle zone costiere, con precipitazioni, comprese tra i 600 mm annui, che tendono a concentrarsi in primavera e autunno; mentre nell’entroterra tendono ad aumentare le escursioni termiche e le precipitazioni.
La zona di produzione Doc della Val di Cornia parte dalla costa antistante l’Isola d’Elba e s’inoltra verso l’interno fino al comune di Sovereto, il quale include la denominazione di zottozona “Val di Cornia-Suvereto”.
Il terreno mediamente argilloso e ricco di minerali di questa zona caratterizza la struttura dei vini prodottovi, sia bianchi che rossi, di qualità mediamente buona. Non manca una varietà di vitigni sia locali che internazionali.
Val di Cornia Doc: per il bianco Trebbiano toscano (min. 50%), Vermentino bianco (min. 50%), Vermentino (min. 85%), ammessi altri max 20%; per il rosso Sangiovese (min. 50%), Cabernet Sauvignon e/o Merlot (max 50%), Ciliegiolo (min. 85%), ammessi altri max 20%; per il rosato gli stessi del rosso; per il passito Ansonica (min. 85%) e Aleatico passito (100%); per il Superiore riserva Cabernet Sauvignon (min. 85%), Merlot (min. 85%) e Sangiovese (min. 85%).
Sottozona Val di Cornia-Suvereto: per il rosso Cabernet sauvignon (min 50%), Merlot (max 50%), ammessi altri max 10%; Cabernet Sauvignon (min. 85%), Merlot (min 85%), Sangiovese (min. 85%).
I rossi, ben strutturati e con una buona predisposizione all’affinamento e a lunghi periodi di maturazione, hanno corpo, tannini eleganti, buona sapidità e morbidezza.
I bianchi, dal colore giallo paglierino vivace, hanno profumi intensi e fruttati, sapore secco e buona freschezza.
18 aprile 2011
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La Val di Cornia a Firenze: concludendo © Paula Becattini