Piccoli fragili poeti
Piccoli fragili poeti
mimetizzati tra la gente
confusi nei sorrisi
mentre gli occhi
parlano d’altro
e della propria pelle
farne foglio bianco
su cui scrivere
ancora una volta
come la prima volta
le emozioni che li sfiorano
li lancinano, li schiaffeggiano.
Piccoli fragili poeti
saldi su quella roccia
sferzata dal mare che è la vita
mentre un giorno sono tornado
un altro arcobaleno
senza capirne il perché
fino in fondo
nella loro diversità
tormentati amati e odiati
unici e irraggiungibili
perdita e specchio
di una realtà.
Piccolo fragile poeta…
nel sussurro delle tue parole
muori, rinasci
e nessuno lo sa.
30 dicembre 2012
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Piccoli fragili poeti © Paula Becattini
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Illusioni
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Ci sono state parole
lievi come aria
gravi come roccia
sotto il sole cocente
di un grande amore.
Ed avevano il profumo
di non terminare
nel loro susseguirsi
ed inseguirsi fluenti.
Ma poi è arrivato il tempo
di vivere la realtà
spazzando via ogni certezza
e pure i baci inaspettati
su di una pelle affamata.
Faticoso vivere,
faticoso attendere.
E adesso le parole sono solo
un riempire i vuoti creati
e un placare tutti quei desideri
che non possiamo nutrire…
20 dicembre 2012
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Illusioni © Paula Becattini
Il rocciatore
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Mia roccia…
A getto nel vuoto
dondolano paura e incoscienza.
Ruvida, tagliente
graffi le mani
e il profumo di cruore dolciastro
risveglia l’animo mio
che in alto protende.
Non v’è fine
se non il precipizio
sotto
e sopra di me
la cima
che qualcuno assicura
essere una vittoria.
Che assicuro
sarà il mio trionfo,
fosse l’ultimo verso la bellezza,
verso l’immaginario,
la speranza.
Un castello in aria
dalle mille stanze in cerca di te
che mi amasti
e d’amore vero ammantasti
queste umili membra
che adesso pretendono,
che a loro mi affido.
23 luglio 2012
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Il rocciatore © Paula Becattini
Profluvio
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Profluvia amori e umori
questo tempo grigio
carico di umidità inespressa
e fantasie insospettabili.
Fin quando carico esplode
il cielo improvvisamente
e il ritmo della pioggia
incita il corpo a ripararsi.
Ma ormai è troppo tardi.
Non ami l’acqua
se non quella del mare
e del torrente impetuoso
di un orgasmo trasportato.
Ho pensato alle tue mani
come roccia solida
cui aggrapparmi in caduta.
Ancora fuori piove.
20 aprile 2012
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Profluvio © Paula Becattini