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Labile

In sogno mi sussurrasti “Sto per arrivare”
poi l’euforia, poi la tristezza
il vuoto nelle mani, un’ombra nello sguardo
e le mie ferite che si aprono e si chiudono
come il pulsare del cuore.

Il risveglio ha il respiro affannoso
di chi non comprende ancora il perché
la sua corsa è in solitario
e il traguardo vicino alla linea di confine
tra l’amore e il dolore.

Tutto è labile.

28 luglio 2015

Labile © Paula Becattini


Gelo di cannella

Neve su foglie d'ulivo

Il vento dell’inverno le bruciava il viso come usciva di casa; e lei guardava sempre oltre il cancello: vi arrivava a passi veloci, stando comunque attenta a non scivolare.
Poi correva via, lasciandosi alle spalle il vialetto, la casa, sperando che la giornata la portasse lontano, dai pensieri, dai ricordi, dai sogni.
Ma in fondo cosa sono i sogni? Schiaffi gelidi che da tempo evitava, nonostante il gelo.
Fin quando, un mattino, la brina nel suo giardino le rapì lo sguardo: bianca come zucchero sull’erba sofferente, sulle foglie degli ulivi e la pianta di salvia che, imperterrita, si curava da sola.
Era trascorso poco più di un anno e, dondolandosi sui tacchi, fumando aria dai polmoni, ripensò a quella prima volta che non avrebbe dovuto esserci, che non avrebbe dovuto squarciarle l’anima e tirarle fuori le emozioni.
Ma questo accadde, insieme al risveglio dei sensi, al piacere di soffermarsi nello scoprire i profumi, nel percepirne le sfumature, i colori e i sapori. Perché anche i sapori hanno tonalità nascoste…
Ricordò i suoi libri di ricette, che in gioventù aveva consumato con letture avide e mani sporche di frenetica attività, atti a donarle gioia e altrettanta soddisfazione nel distribuirla ai suoi cari con manicaretti su tavole imbandite.
Tra questi uno in particolare, seppur trattasse di dolci, amaro come il fiele; ma lì stava e ogni tanto si faceva aprire come per dire: «Non mi abbandonare».
Avesse almeno nevicato, si sarebbe rinchiusa nel suo guscio, che niente aveva a che fare con le pareti di una stanza in particolare.
Aveva tutto per preparare un delizioso gelo, tranne la cannella…
Ma aveva dimenticato, cancellato, perso l’usanza di curare la dispensa.
Di spezie è condita la vita: senza si muore lentamente, nell’insipidità ci si ingrigisce.
Così finalmente rialzò lo sguardo.
Un cancello; è solo uno stupido cancello. E tornò indietro.
Rientrando in casa si disse: «Oggi ho voglia di cucinare…»

29 gennaio 2013

Gelo di cannella © Paula Becattini

La ricetta

GELO DI CANNELLA AI PISTACCHI
Ingredienti: 
200 g di stecche di cannella, 700 g di zucchero, 200 g di amido, 20 g di pistacchi, 2 litri di acqua.
Lasciate a macerare per una notte, nell’acqua, le stecche di cannella e successivamente fate bollire il tutto, e lasciate poi riposare per circa un giorno.
Rimettete sul fuoco, aggiungendo l’amido e lo zucchero, sempre mescolando, finché non si addensa.
Lasciate raffreddare e spolverate con i pistacchi tritati.


Ed è già domani

Occhi per ascoltare
bocca per toccare
i miei sensi sono pieni
delle tue emozioni
e guardarti ridere
è come acqua cristallina
che scorre nelle vene.

Ne morirò lentamente
all’attesa di questa bellezza
che solo io ti creo
che solo io ti rubo
fin quando un velo
ricopre d’incertezza
persino il cielo.

E mi risveglio sola.

Era un ieri ora già domani.
Troppo presto per svanire via
nell’avanzare di un tempo tiranno
di un tempo non nostro
che lascia vivide sensazioni
abbracciate alla speranza
di riviverle ancora.

30 novembre 2012

Ed è già domani © Paula Becattini