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Nuditas

C’è solo un modo per calmare la mia anima…

Presente nei miei incubi
tra nebulosi fermi immagine
hai il viso di mille uomini
e il cuore di uno solo

Non parli, non osservi
sfuggi ad ogni contatto
lasci che urli un nome
nel silenzio del buio

In caduta libera mi allontano
da due occhi sempre uguali
ma riappari in cima al tunnel
allungando la mano

Afferri l’anima, solo quella
ed io più non esisto
più non risalgo alla luce
nuda immobile e solitaria

Un sogno mi richiama
apro le palpebre
il calore del corpo
sostiene che sono viva, respiro

È un ritorno alla vita
anche se manca qualcosa

Tu
desiderium meum.

5 luglio 2013

Nuditas © Paula Becattini

La mia "Ex"


Che c’è?

Gocce di pioggia su una panchina

– Che c’è? – disse una vocina.
– Che c’è, che c’è! È possibile che non mi lasci mai in pace? Nemmeno adesso? – disse il vecchino seduto sulla panchina.
Silenzio.
Voltò lo sguardo a destra e vide il nipotino che scarrozzava sul prato vicino.
– Certo è che è proprio un bel bambino, non trovi? – e rificcò il naso nel libro che aveva momentaneamente poggiato sulle ginocchia.
Quando si accorse di non aver ricevuto ancora risposta, sollevò lo sguardo avanti a sè, perdendolo oltre la fontana.
– Che c’è, Marta… C’è che la vecchiaia me la sono ritrovata sulle spalle tutta d’un botto, ecco che cosa c’è. –
Ancora silenzio.
– Ti ricordi quella famosa mattina di tanti anni fa? Quella mattina non ti portai la colazione a letto. E tu non mi domandasti il perché. Ed io non trovai necessario giustificarmi. Facemmo l’amore, ricordi? Ma io ero come assente. Forse te ne accorgesti, forse no. Comunque non mi chiedesti niente.
Che c’è, Marta… C’è che… C’è che poi passarono i giorni e tu non mi domandasti più “Che c’è?”. –
Silenzio.
– Marta, Marta… Mi mancano. Mi mancano i tuoi “Che c’è?”. Mi manchi tu, adesso… –
Riappoggiò lo sguardo sulle pagine del libro e, chiudendolo di scatto, allungò la mano alla sua sinistra sulla panchina.
Il posto di Marta era vuoto.
– Ciao, amore mio… A presto. –
– Nonno! Nonno! Che hai? – chiese correndo verso di lui il bambino.
– Niente, piccolo mio! Dove è la mamma? Andiamo a cercarla? Vieni… abbiamo ancora tante cose da fare insieme. –
Si alzò un po’ tentennando e poi sorridendo osservò la panchina adesso libera.
– Che c’é? – richiese la vocina.

21 luglio 2003

Che c’è? © Paula Becattini