Senza un verso
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Senza un verso e senza un senso
le mattine nel loro susseguirsi
in un caos pre-ordinato
mentre spoglio d’infelicità
le prime ore per poi rivestirle
[Occhi verdi e la tua bocca]
riempiranno in silenzio
o forse accompagneranno
un’attesa che s’insinua
giorno dopo giorno
tra le mie pieghe
[Se solo tu mi volessi un poco bene]
quelle parole erano un eco
e non vogliono tornare
senza un senso, senza un verso
come mani vuote in grembo
ed io ad aspettare
[Forse un dì scriverò ancora d’amore.]
Sono pagina bianca da riempire.
7 aprile 2014
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Senza un verso © Paula Becattini
un’eco
8 aprile 2014 alle 12:42 PM
🙂
Che dilemma questo eco!
Mi ha perseguitato per decenni… 🙂
“Eco” non è necessariamente femminile – come si ritiene comunemente – perché appartiene alla schiera dei così detti sostantivi sovrabbondanti.
Eco ha un solo plurale rigorosamente maschile (gli echi) e due singolari, uno maschile e uno femminile (un eco e un’eco).
Il plurale maschile si spiega da sé: tutti i sostantivi in -o (salvo mano) sono maschili e nel plurale mutano la desinenza -o in -i (l’albero, gli alberi; l’eco, gli echi).
Risulta anche nel dizionario Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/eco/
:-*
8 aprile 2014 alle 12:54 PM
Me la sono meritata. Grazie 😦
8 aprile 2014 alle 12:59 PM
Ma no, dai… non volevo fare la maestrina.
Anzi!
La perseguitazione era riferita al mio dilemma… al fatto che per decenni ho ritenuto fosse solo maschile (o femminile? non ricordo più…).
E poi trovo questi scambi sempre “costruttivi”, anche nei miei confronti.
Non si smette mai d’imparare! 🙂
A presto!
8 aprile 2014 alle 1:18 PM
La gentilezza della tua ulteriore risposta affonda ancor più il coltello, niente di più antipatico di chi corregge (o crede di farlo) l’errore ortografico. Con simpatia 🙂
8 aprile 2014 alle 1:25 PM