Un passaggio, uno sguardo e, perché no… una sosta.

Questo è il mio mondo… fatto di “Sensi, forme e colori”
  • Gola Gioconda n. 1/2020
  • Targa Premio Martina Natale 2019

Ultima

Buongiorno, amore

La muta felicità si nasconde
dietro due occhi affamati di parole
dietro il dono di un sorriso silenzioso
quando un triste velo macchia il mio viso

Ma niente, niente è più grande
del tuo miracolo, reclamato con la forza
con la determinazione del nostro amore

Esiste un’alternativa alla fine
e tu ne sei testimone

Io con te ogni mattino.

Buongiorno, amore

25 giugno 2021

Buongiorno, amore © Paula Becattini

Essere #2

Vorrei riprendermi le emozioni,
le parole,
tutte quelle sensazioni meravigliose
che un tempo beffardo
mi ha rubato con l‘inganno.

Le dita e i denti si serrano
quando i ricordi e gli eventi
appesantiscono il quotidiano.

Eppure sono ancora qui
e sogno nell‘intimo più profondo.

Se mai ho sbagliato qualcosa
l‘ho fatto solo per seguire il cuore.

24 giugno 2021

Essere #2 © Paula Becattini

Essere

Ci sono occhi che ascoltano
al di là dei colori
e dei rumori dell’anima

Labbra che contemplano
flebili aliti
e sfiorano attimi rubati al tempo

Dita che disegnano echi d’arpeggi
alle prime ore dell’alba
stringendo lenzuola

E poi ci sei tu
che, senza parole, all’improvviso
mi fai essere tutto questo.

2 agosto 2020

Essere © Paula Becattini

L’Italia dei miracoli

Gola Gioconda n. 1/2020

Chi non ricorda il miracolo economico italiano, detto anche boom economico, del secondo dopoguerra?

C’è chi lo lo ha vissuto in pieno, eppure sembra ora averlo dimenticato; chi appena sfiorato; chi lo ha conociuto grazie ai libri di scuola; e chi appreso involontariamente dalla bocca dei propri padri o nonni.
Eppure è stato e rimarrà un aspetto caratterizzante dell’Italia rispetto ad altre nazioni, proprio perché attribuito a un’ampia disponibilità di manodopera che evitò al nostro paese strozzature che si erano verificate altrove, dando luogo a forti correnti immigratorie.
Qualcuno ha sostenuto che in emergenza covid-19 si è stati peggio che in guerra; in ogni caso il lockdown ha dato all’economia italiana un duro colpo. E adesso è arrivato il momento di ripartire.
Adesso è arrivato il momento di rimboccarsi nuovamente le maniche.

La Lettera 22 della Olivetti compie settant’anni.
Fu progettata nel 1950 dal designer e pubblicitario Marcello Nizzoli per essere un oggetto unico e contemporaneamente “popolare”, dalle linee essenziali e la tastiera incorporata nella carrozzeria in alluminio.
Il suo stile inconfondibile venne riconosciuto, premiato nel 1954 e poi accolto nell’empireo del MOMA.
Molte le personalità, gli scrittori e i giornalisti che nella Lettera 22 hanno trovato una compagna ideale per il proprio lavoro: tra di questi si distinguono Cesare Marchi, Enzo Biagi, Indro Montanelli e il giudice Carlo Biotti, che non se ne separarono mai.

La Lettera 32, commercializzata a partire dal 1963, fu ideata come erede della Lettera 22 e anch’essa divenne molto popolare tra giornalisti e studenti, oltre ad avere un grande successo commerciale a livello internazionale. Ma tante altre aziende italiane contribuirono a creare “simboli” del boom economico degli anni ‘50 e ‘60.

Tra queste si distinse la FIAT, la grande azienda torinese della famiglia Agnelli, con la produzione di macchine utilitarie poco costose e pratiche come la famosa 600, presentata al salone dell’automobile di Ginevra il 10 marzo del 1955.
Negli stessi anni fu registrato anche un forte aumento della vendita degli scooter: nel 1956 la Piaggio di Pontedera produsse il milionesimo esemplare della Vespa, uno degli esempi di design industriale più riuscito al mondo.
In quegli anni il nuovo benessere e soprattutto un forte slancio ottimistico verso il futuro aumentarono la propensione al consumo degli italiani. Nelle case delle famiglie di quanti potevano contare su uno stipendio e un posto di lavoro stabile iniziarono a far ingresso numerosi beni di consumo durevoli, come lavatrici, frigoriferi e televisori la cui produzione era svolta soprattutto da imprese italiane di piccole e medie dimensioni.

E adesso?
Quali saranno gli scenari economici post covid-19?
L’Italia sarà in grado di rialzarsi e con quale velocità?
Indro Montanelli in una intervista una volta disse: “Per l’Italia non c’è futuro, perché l’Italia ignora il proprio ieri di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, e pertanto non potrà avere un domani.”

Di sicuro il 2020 ha cambiato e continuerà a cambiare le nostre vite, le nostre abitudini, la nostra quotidianità.
Per far ripartire il paese bisognerà avere tanta fiducia, forza, coraggio e anche quella fantasia e quell’ottimismo che ci hanno sempre caratterizzati.

Servirà un nuovo miracolo.
Adesso che il lockdown è finito, guardiamo al presente pensando al futuro.
Adesso che si sta per riaffacciare il sereno, non facciamoci trovare impreparati: un nuovo boom economico è possibile.

6 giugno 2020 – Gola Gioconda n. 1/2020

L’Italia dei miracoli © Paula Becattini

Lockdown

Eppure ancora
permangono le sensazioni
nonostante tutto
nonostante i confinamenti
costretti dall’esterno
e autoinflitti dalla ragione.

Ma io sono qui
tra queste quattro mura
che delineano il campo
di una sfida improvvisa
senza veri avversari
senza trofei.

E sono attaccante
difensore
arbitro e guardalinea,
senza pubblico
e come unici tifosi
i miei cari.

Vincerò per loro.

16 maggio 2020

Lockdown © Paula Becattini

Vorrei baciarti

Lei era lì, immobile,
a mostrar la sua pelle bianca
e il mezzo sorriso
di chi, incredula,
non si aspettava il tuo arrivo.

Il cielo azzurro
macchiava di bellezza
una giornata di primavera.

Nella tua testa
mille fuochi d’artificio
e sudori freddi
su tutte le membra
che bramavano sfiorarla.

“Ciao.”

“Ciao.”
(Vorrei baciarti)

15 maggio 2020

Vorrei baciarti © Paula Becattini

Cronaca di un giorno di (stra)ordinaria follia

Adesso, a molti, questi giorni tra le mura di casa forse sembreranno tutti uguali.

Dopotutto (o nonostante tutto), domani è un altro giorno.

Non è un caso questa citazione al film “Via col vento”.

La celebre frase pronunciata da Rossella O’Hara in fondo suggerisce un’analisi della nostra indole, del nostro modo di rapportarci con il mondo e di come affrontiamo le contingenze della vita.

La vita…
Fino ad un ieri ormai evanescente la vita era così frenetica, intensa, dinamica, ricca di eventi molto spesso poco considerati.
Oggi invece il tempo sembra essersi fermato, acquisendo una consistenza mai “sentita” prima.

È per questo che adesso, costretti in quarantena e ai minimi rapporti sociali, appare così “diverso”, perché questa “pesantezza” mai avvertita (o solo leggermente in qualche occasione) ci fa provare contemporaneamente una serie di forti sentimenti umani che vanno dalla paura alla speranza, dalla tolleranza alla chiusura, dalla rabbia alla depressione.
Ed ognuno reagisce come può.

Non è un caso nemmeno il titolo di questo articolo: chi non ricorda il film “Un giorno di ordinaria follia”?
Quell’uomo nella sua auto, bloccato dal traffico in un sottopasso, che inizia a percepire l’intollerabilità di ciò che lo circonda…
Senza andare oltre: un uomo bloccato come lo siamo noi adesso.
Ogni medaglia ha due facciate, anche in questo frangente: una positiva e l’altra negativa.
Non è questo il momento di elencare la lunga serie degli aspetti negativi; però possiamo concentrarci su quelli positivi e moltiplicarli, perpetuarli.
“Ognuno è artefice del proprio destino” cita Appio Claudio Cieco, perché “spetta a noi crearci le cause della felicità. È in gioco la nostra responsabilità e quella di nessun altro” precisa il Dalai Lama.

Le mie giornate in questo periodo segnato dal COVID-19 non sono poi così diverse da quelle di un paio di mesi prima, dove ho dovuto rinunciare a “svariate” libertà a causa di un grave problema di salute del mio compagno.

È solo aumentato il peso del fardello portato sulle spalle, la responsabilità di una famiglia, la paura di un futuro incerto e il senso di caparbietà a “resistere”, il tutto con il sorriso sulle labbra e l’acuita sensibilità ai piaceri della vita.
Sì, perché provo piacere anche nel semplice impastare il pane che consumiamo quotidianamente, con la certezza che ogni volta riesce sempre meglio.
Provo piacere quando riesco a inventare una nuova ricetta dagli avanzi della sera prima.
Provo un gran piacere quando il mio compagno ridendo fa la scarpetta al ragù rimasto nel piatto.
La domenica di Pasqua è trascorsa fin dal giorno prima tra i fornelli: preparativi soppesati e scanditi temporalmente direi quasi alla perfezione. Ma in fondo è stato un giorno come i precedenti, o comunque come quelli degli anni passati, forse meglio, perché ho potuto apprezzare sfumature in precedenza non sempre valorizzate.
Come quello di inventarmi per amore una pastiera napoletana senza lattosio (e quindi senza ricotta) e senza canditi perché a mia figlia, ahimè, non piacciono. Il risultato è stato buono ma migliorabile.
Il resto del menù un misto tra tradizione toscana e napoletana:

  • Crostini neri toscani
  • Pasta in forno al ragù e besciamella
  • Agnello con patate e piselli

Il Lunedì di Pasqua avremmo dovuto fare la grigliata fuori in giardino: il tempo non è sembrato promettere bene, nonostante poi si sia sistemato in tarda mattinata ma non con le temperature calde del giorno prima. Così abbiamo optato nel riutilizzare gli avanzi: delle patate e piselli rimaste con un po’ di agnello tagliato al coltello, e il tutto rimesso sul fuoco per una decina di minuti, ne è uscito un ottimo condimento per la pasta.
I giorni a seguire non sono stati diversi, intercalati solo da pochi impegni lavorativi.
Oggi, 16 aprile, è un altro giorno, comunque speciale. È il compleanno di Chiara: compie venti anni.
A suo tempo avevo prenotato la cena in un ristorante che so avrebbe gradito… beh, dovrà accontentarsi.
Ma sono certa sarà una bella festa. Piena d’amore e in famiglia.

16 aprile 2020

Cronaca di un giorno di (stra)ordinaria follia © Paula Becattini

Coram

Amore mio,
in quanti hanno già detto di noi
del nostro amore
del nostro tormento.
Poeti, parolieri, narratori.

Ed io non aggiungerò nient’altro
se non colori e calore.
Perché perdermi in un tuo abbraccio
adesso, in questo momento,
è la poesia più bella che abbia mai scritto o letto.

22 dicembre 2019

Coram © Paula Becattini

Tanka #7 (Afasia)

Le tue parole:
scrigni imprenetrabili
pieni di vita.

Ed io chiave di volta
tra passato e presente.

1 novembre 2019

Tanka #7 (Afasia) © Paula Becattini

Clochard #2

Targa Premio Martina Natale 2019

Non ricordo chi sono.
Non ricordo da dove arrivo.
I miei occhi si cibano di lune piene
eterne nel loro susseguirsi.

Una fede è il mio appiglio
a un dito, al cuore
ormai spoglio di abiti decorosi
e senza giaciglio.

Vago nella memoria:
forse ero un marito
forse un buon padre.
Chi può dirlo?

Non io che ho perso tutto
– tranne il respiro –
fors’anche la dignità

o forse non del tutto.

Questa fede d’oro al dito
mi stringe il cuore e grida:
io ci sono!

Non ricordo.
Forse ero un marito
forse un buon padre
ma so di non aver fatto niente di male.

Ho fede
e in questa fredda notte d’estate
immagino un abbraccio
che poi non era molto lontano.

E mi addormento.

26 marzo 2019

Clochard #2 © Paula Becattini

Quarta Classificata Ex equo al Concorso Letterario Nazionale
Premio Martina Natale – 1a Edizione

Nec sine te, nec tecum vivere possum

Non ho più carte da giocare
né supplementari su cui confidare.

E tu, tempo, fuggi inesorabile
guardandomi superficialmente.

Ed io, nonostante tutto,
ti apprezzo.

Anche se mi hai tradita
nel momento in cui confidavo in te.

Nec sine te, nec tecum vivere possum.

22 maggio 2019

Nec sine te, nec tecum vivere possum © Paula Becattini

PsicoTT

Ovvero: gioco a Tennis Tavolo

Dimmi,
come si fa ad essere cattiva?
In partita, dico,
no, non nella vita.
Quello mai: proprio
non ne son capace.
Ma dici funzioni allo stesso modo?
Se non spingo forte in carriera
non mi viene nemmeno di dritto?
E se non do un manrovescio
a chi mi ha fatto un torto
non so come si fa invece
a chi mi strappa un punto?
È davvero strano, sai?
Pensavo si trattasse di un gioco ludico
invece mi ritrovo
a dover correre giocando a scacchi
e a riflettere su quanto
di me dover cambiare,
forgiare una nuova anima,
e d’impeto e grinta nutrirla
affinché la vita mi sorrida.
E la cosa m’intriga.

7 aprile 2019

PsicoTT © Paula Becattini