La fata sfrattata
In punta di piedi
una volta arrivavo
silenziosamente
e di me ti sussurravo
frasi dolci tra i capelli
per poi sparire lieve
lasciando polvere di risa
echeggiare dal tramonto
all’alba nei nostri cuori.
Ma la magia, la magia
ha portento finché si crede
ed io ho perso la meraviglia
di farmi amare nell’incanto
e così in punta di piedi
mi lascio andare
anonima e con dolore
mortale tra i mortali.
11 febbraio 2011
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La fata sfrattata © Paula Becattini
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struggente l’idea della fata sfrattata
difficile pensare però che sia anonima un’anima in grado di riconoscere la grandezza di ciò che ha vissuto
anche un’analisi diciamo matematica due terzi di questa poesia vivono della magia e solo un terzo si chiude nel dolore
i versi non sono numeri, ma possono offrire letture inconsce
forse il dolore con cui chiudi questa lirica non è la parola fine, oltre c’è altro
del resto, mortale fra i mortali non è che constatare la nostra umanità, che è poi la base di gioie e dolori, non solo dolori,
quanta ricchezza comunque nelle tue parole…
12 aprile 2011 alle 11:24 PM
Infatti… hai centrato in pieno ciò che desideravo comunicare.
Il lasciarsi andare “mortale tra i mortali” non è che una presa di coscienza della propria umanità, base di gioie e dolori (e mai di sola magia).
Un saluto,
Pau
13 aprile 2011 alle 8:23 am