Oltre gli occhi
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– Cosa stai facendo?
Silenzio.
– Perché non rispondi?
– Sto studiando le cicatrici.
– Non ci sono cicatrici…
– Ci sono. Questa per esempio? Cosa è?
– È un graffio. Scomparirà…
– Non sono più carina come un tempo.
– Non è vero, sei sempre bella.
– Sarà… Sai, a volte ho paura. Paura di dimenticare come ero. Quando mi penso, ho il viso giovane dei miei vent’anni e il corpo rigoglioso di una trentenne; ma se mi accarezzo, sento i solchi delle cicatrici e mi viene la nausea. Forse non dovrei.
– Non hai cicatrici. È un’impressione.
– In realtà una cicatrice c’è, ed ha inciso il cuore. Perché non una mano? Un braccio? Avrei usato l’altro. Perché non un piede o una gamba? Ci sono arti artificiali che fanno miracoli!
– Oppure l’udito?!? La parola?!? Stai vaneggiando… SEI VIVA. Hai capito? Sei viva.
– Sì.
– Ringrazia qualcuno: Dio, i medici, chi ti pare. Sei viva e questo mi basta.
– Sì.
– Incominciamo?
Silenzio.
– Se non ti va possiamo rimandare. Oppure preferisci usare l’assistente vocale?
– No, non lo sopporto. Quando studiavo pianoforte mi allenavo spesso bendata: “sentire i tasti”, sapere esattamente dove e come fossero, mi dava la possibilità di lasciarmi andare nell’esecuzione di certi brani, di lasciarmi trasportare dalla musica e dal pathos, ad occhi chiusi.
– Perché non riprendi a suonare? Provaci…
– Forse, più in là. Adesso vorrei riprendere a scrivere, comporre poesie, da sola, senza assistente vocale. E tu mi aiuterai, vero?
Silenzio.
– Mi aiuterai?
– Amore mio, certo. Incomincia: ti guiderò e correggerò. Immagina la tastiera del computer come quella del pianoforte. La disposizione delle lettere le hai già memorizzate tutte, ora devi solo guidare magistralmente con il pensiero le tue dita, facendole scivolare delicatamente sui tasti. E vedrai, l’assistente vocale ti servirà solo per la rilettura e le correzioni. E, comunque, come correttore bozze io sono sempre disponibile!
– Baciami. Fammi sentire la morbida forma delle tue labbra. Gli occhi li immaginerò limpidi e brillanti immersi nei miei spenti.
Con il timore di essere scoperto, fece in tempo ad asciugarsi le lacrime poco prima che lei gli prendesse tra le mani il viso.
– Sai di sale, come sempre – disse abbozzando un sorriso –, ma questa volta con un retrogusto al pianto… mon seigneur.
17 novembre 2012
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Oltre gli occhi © Paula Becattini
Ut amor poësis
Il dolore che ho lungo la schiena
in verità mi fa sentire viva.
A stento tengo tra le dita la matita
e il collo sulle spalle.
Forse sto per morire…
Il pieno, il vuoto, la luce, il buio,
si susseguono danzando
una nenia velenosa
– che soffro non te ne accorgi –
Vorrei staccarmi il braccio.
Ma poi, lo so,
t’impadroniresti dell’altro.
Come lui con il mio cuore…
22 febbario 2011
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Ut amor poësis © Paula Becattini
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