Il canto delle cicale
C’è un sogno perso in un ciglio
raccolto tra palpebra e guancia,
rosso come questa estate
che sa di libertà e pianto
in una pineta vibrante
dal canto delle cicale.
E rimanda al mare,
ai nostri occhi giovani e innocenti,
a un desiderio che morde l’anima.
Sfinita, svuotata è la vita
fin quando non si riappropria di quel ciglio
che si lascia cadere,
di quell’alito che non guarda età,
non vede errori, negatività
oltre le cose e le abitudini futili.
È perso il cuore
nell’ardire di un fuoco miracoloso,
dal nome franco e pronunciato.
Quante volte sono caduta,
quante volte mi sono rialzata.
Ai rimorsi non voglio pensare:
non ce ne sono e se ce ne sono stati
si confondono ora con le cicale.
Una pineta silenziosa m’inquieta.
Sono il mio destino…
21 luglio 2012
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Il canto delle cicale © Paula Becattini
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è semplicemente meravigliosa… non servono commenti: la tua poesia parla al cuore nel silenzio dell’anima.
22 luglio 2012 alle 7:22 PM
Grazie Giò.
Mi fa sempre piacere quando passi da queste parti!
Un abbraccio, Pau
23 luglio 2012 alle 9:18 am
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
15 agosto 2012 alle 11:02 PM