La felicità di Martina – Capitolo 2
Perché è sempre una questione di “alchimia”.
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Capitolo II
«La mamma quando è felice ride e sembra una fata!
A volte però è triste, l’ho vista piangere.
Non è colpa mia, no. Anche quando mi sgrida… vuol dire che è nervosa, perché Gioele la fa arrabbiare.
Mamma e Gioele dicono di essere marito e moglie, ma ancora non lo sono.
Spero che un giorno si sposino, così io mi vestirò da piccola dama per dare gli anelli alla mamma e a Gioele, come ha fatto tanto tempo fa la mia cuginetta Ginevra.
Prego sempre Gesù che accada. Mamma vuole tanto bene a Gioele.
Così forse arriverà anche un fratellino! Uno vero!
Lo chiederò a Babbo Natale. Evviva!»
* * *
– Dottor Irace, ci spieghi meglio cosa accade quando c’innamoriamo…
– Ci droghiamo.
– In che senso, dottor Irace?
– Entra in azione la feniletilamina (PEA), costantemente prodotta dal nostro organismo, che in elevate concentrazioni induce gli stessi effetti delle amfetamine. Causa il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore molto noto, la cui attività è strettamente legata ad una rete di neuroni che genera sensazioni piacevoli in seguito a comportamenti che soddisfano stimoli come la fame, la sete, il desiderio sessuale.
– Quindi?
– Quindi, secondo la teoria dell’apprendimento, nel sistema nervoso rimane impresso il ricordo di un’esperienza positiva. E nel caso dell’innamoramento è l’associazione tra “incontro” e “piacere” che spinge a ripetere lo stimolo che l’ha determinata, cioè entrare nuovamente in contatto con la persona che ha generato l’iniziale rilascio di feniletilamina.
– Interessante, dottor Irace…
– Ma non è tutto! Pensi che in seguito a tutto ciò si aggiunge una generale agitazione determinata dalla noradrenalina, molecola diffusa soprattutto nell’ippotalmo e nel sistema limbico. Come neurotrasmettitore provoca eccitazione, euforia ed entusiasmo; riduce l’appetito (mangiare sottrae tempo per stare con la persona amata); infine promuove la contrazione delle vene degli organi sessuali. Come ormone regola la produzione di adrenalina e nell’esperienza amorosa ne induce il rilascio con conseguente aumento del battito cardiaco, della respirazione e della pressione sanguigna, da cui ha origine il rossore del viso.
– Insomma, il corpo genera un cocktail chimico che ci mantiene innamorati?
– Esattamente, è una questione chimica.
– Dottor Irace, quanto dura questa fase?
– Purtroppo niente dura in eterno. Gli studi limitano il periodo di innamoramento a 18 mesi fino a un massimo di quattro anni. Questo perché il nostro cervello si assuefà, come ad una droga, all’effetto delle “molecole dell’amore”. A questo punto questa fase si trasforma in quella che gli antropologi definiscono di “attaccamento”. A livello del sistema nervoso, si assiste alla produzione di endorfine, una classe di molecole simili per struttura alla morfina, che hanno effetto calmante, rilassante. La componente emotiva dell’innamoramento è legata anche a un altro ormone, l’ossitocina. Viene anche chiamato “ormone dell’amore” in quanto promuove il comportamento materno. Questo ruolo agisce anche nell’ambito della coppia rafforzando l’attaccamento emotivo e potenziando meccanismi della memoria che fissano ricordi emotivi.
– Dottore, ma tutto ciò non è molto romantico…
– Non siamo nati per essere felici, ma per riprodurci… l’attrazione sessuale, l’amore romantico e l’attaccamento a lungo termine possono esistere contemporaneamente anche in modo indipendente l’uno dall’altro. Si può avere un forte attaccamento verso una persona e provare amore romantico nei confronti di un’altra, ed essere attratti sessualmente verso una terza. Questi tre sistemi cerebrali sono stati sviluppati da noi esseri umani nel corso dell’evoluzione esclusivamente per consentire la riproduzione. Ma le assicuro che ognuno di noi s’innamora almeno tre o quattro volte, se non di più, nella propria vita.
– È molto interessante ascoltarla, ma purtroppo il nostro tempo a disposizione sta per scadere. Che argomento ci proporrà la prossima settimana, dottor Irace?
– Parlerò delle differenze tra maschi e femmine, di geni, di monogamia e adulterio…
– Avremo sicuramente l’intervento di qualche ascoltatore!
– Speriamo.
– Dottore, una domanda indiscreta: lei è sposato?
– Sì. Da cinque anni.
– È ancora innamorato?
– Le domande adesso sono diventate due! Sì, certo. Amo mia moglie come il primo giorno, anzi, di più! È una donna fantastica, capace di attivarmi tutti e tre i tipi di sistemi cerebrali. Colgo l’occasione per salutarla.
– Bene! Salutiamo il dottor Gioele Irace, neurologo e psicoterapeuta, dandogli appuntamento alla prossima settimana: stessa ora, stessa frequenza d’onda. Grazie…
* * *
Ahi, ahi, ahi! Caro Gioele…
La tua è sacrosanta verità: sei ancora innamorato di Martina, ma…
Ma ora che è finita la trasmissione radiofonica la deliziosa giornalista “miss boccoli d’oro” ti sorriderà con sguardo malizioso e tu ne approfitterai, non è vero?
Lo sai quanto ti piace il brivido della “cattura”: come ai vecchi tempi!
È come praticare la pesca a mosca: abboccano sempre se gli proponi un’ottima esca e ben costruita.
Una forma d’arte che va oltre la semplice cattura di un pesce da esibire agli amici.
Una pesca “ecologica”, praticata nel rispetto dell’ambiente e dei suoi abitanti.
Unica regola: rilasciare sempre il pesce che si cattura, qualunque sia la taglia, soprattutto se il suo prelievo reca danno significativo all’ecosistema.
E dai! Lo sai… Ti piace ammaliare. Ti piace corteggiare. Ti piace essere corteggiato!
Nessuno verrà a saperlo: la cosa finirà presto, tra qualche settimana, quando non dovrai più partecipare a questo stupido programma.
Su, proponiti… ringraziala… invitala!
* * *
– Signorina, è stato un piacere… l’intervista. Se può dedicarmi dieci minuti del suo tempo, le offrirei volentieri un caffè, così le sviluppo l’argomento della prossima settimana.
– È molto carino da parte sua, dottor “Irace”.
– Mi chiami pure Gioele. Il mio è un bel cognome, molto antico, significa “rapace”, ma preferisco essere chiamato per nom… mi scusi! Il cellulare. Amore!
– …
– Sì, ero molto emozionato…
– …
– Hai ascoltato tutto, sì… non devi ringraziarmi…
– …
– Una sorpresa?
– …
– Andiamo a festeggiare?
– …
– Ora? Sì, scendo… stavo raccogliendo le mie cose… Ti amo.
– …
– Arrivo. Ciao, ciao. Mi scusi, mia moglie… Purtroppo devo andare: Martina mi ha fatto una bella sorpresa! Vuole festeggiare la mia prima filodiffusione con un aperitivo. Allora, arrivederci… alla prossima settimana.
* * *
Cavolo!
Che sfiga, Gioele!
Ma non può sempre andare in questo modo!
Hai il suo numero di cellulare, vero?
Te lo aveva lasciato tempo fa per poterle comunicare la tua disponibilità nel giorno di trasmissione, vero?
Vero, Gioele?!?
Cavolo, Martina è sempre così… è sempre così… premurosa. È sempre così presente!
È sempre così innamorata!!!
* * *
Dottore… smettere di desiderare mi farà star meglio?
15 dicembre 2008
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La felicità di Martina – Capitolo 2 © Paula Becattini